
Il lieve ridicolo degli assoluti. La vergogna d’averli praticati seppur con ritegno. Sentire che nel relativo resta la fatica necessaria dell’evolvere contrapposta al conservare vuoto.
Aggrappati a relitti senza naufragio, e tenersi a galla, che è pure importante in certi giorni, per poi imparare a nuotare.
E’ così ridicolo il compromesso, l’acuto di chi si vuol difendere dalla propria paura e intanto grida, si maschera, distrae…
E allora rifiutare la differenza ostentata perché è tutto così normale, prevedibile, ripetuto, se non si esce dal conformismo dei termini, dei gesti, delle abitudini senza volontà. Terreni per trasgressioni senza gloria, timori e assoluti per reggere la visione del proprio vivere già consumato e privo d’orizzonte.
Non resta che camminare su di sé per andare oltre, usare ironia, togliere rumore per sentire e dire che ciò che ci accade è meraviglioso e che si ripeterà, ma non per abitudine, solo per volontà, scelta, ricerca.
Speculare i pensieri …Praticarlo talvolta è fatica che sono emotiva pure impulsiva …Poi penso più delicatamente indosso un abito un poco trasparente ,parlo con me e con gli altri . Resta un foulard rosso. Ciao ☀️
Potrebbe essere un componimento a versi liberi. Bello. Mancano solo i tuoi pensieri esplicitati. 😊